G-Life - Ville a Molfetta

Un’intervista all’arch. Salvatore Paterno, progettista dell’intervento.

La città di Molfetta (BA) potrà a breve vantare la presenza del primo complesso residenziale certificato “Passive House Italia Quartiere” di tutto il sud Italia: si tratta di G-Life, un insieme di 5 ville iper-sostenibili, in costruzione ad opera di Gadaleta Building-Edilizia Sostenibile, sulla provinciale Molfetta-Terlizzi. 

Oltre alla prestigiosa certificazione – ottenuta dal Passive House Institute Italia ad attestazione delle sue elevatissime prestazioni energetiche – il nuovo complesso deterrà un ulteriore primato: per l’involucro edilizio delle ville verrà impiegata, per la prima volta a Molfetta, la calce-canapa, un materiale innovativo, naturale, a bassissimo impatto ambientale e dalle alte prestazioni energetiche.

A progettare il nuovo complesso è l’architetto Salvatore Paterno, esperto in sostenibilità ambientale degli edifici. Lo abbiamo incontrato per saperne di più.

Architetto, il settore delle costruzioni è chiamato oggi, come mai prima, a rispondere alle sfide della transizione ecologica.
L’impiego di materiali sostenibili rientra fra le principali strategie costruttive finalizzate alla mitigazione e all’ottimizzazione dell’impatto ambientale dei nuovi edifici.
Può spiegarci perché nel progetto G-Life è stata scelta la calce-canapa e come l’uso di questo materiale contribuirà a rendere G-Life un complesso sostenibile ed eco-friendly?

“Ogni scelta o azione che facciamo comporta un impatto ambientale. Per questo è indispensabile aumentare il livello di consapevolezza nel modo di progettare, anche se comporta studio ed aggiornamento continuo, oltre all’esperienza sul campo. La progettazione sostenibile inizia immaginando progetti che richiedono di pensare in modo “verde” in ogni fase dello sviluppo dell’edificio.
La scelta di utilizzare in G-Life materiali a basso impatto ambientale come la calce-canapa nasce proprio dall’esigenza di ridurre al minimo il consumo di risorse, migliorare la salubrità dell’abitare e le prestazioni ambientali.
Per questo l’intervento G-Life non punta solo alla riduzione della CO2 in fase di gestione delle unità abitative, ma anche in fase di realizzazione delle stesse. Basti pensare che ogni metro cubo di parete realizzata assorbe circa 325 Kg di CO2″, mentre l’edificazione di una parete tradizionale generalmente genera CO2 nella fase di produzione.

Quali sono le principali sfide che state incontrando nell’uso della calce e canapa nel merito del progetto?

“L’uso della calce-canapa, come tutti i materiali innovativi, richiede una fase di sperimentazione e nuove conoscenze, in particolare questo vale per le maestranze, che devono acquisire metodi di posa adeguati. Si tratta di problematiche superabili con la giusta formazione”.

In termini di sostenibilità ambientale, quali sono le altre soluzioni innovative impiegate all’interno del progetto G-Life?

“Oltre alla calce-canapa, G-Life risulta essere un intervento innovativo nelle scelte intrinseche legate alla sua progettazione: a partire dalle soluzioni legate alla bioclimatica del sito, all’orientamento, passando per lo studio delle aperture e gli ombreggiamenti, la valutazione delle masse termiche e gli schermi solari, il tutto all’insegna dell’adattamento climatico. Inoltre G-Life è stato progettato secondo il protocollo Passive House Italia per la parte energetica e il Protocollo Itaca Puglia per quanto riguarda i livelli di sostenibilità ambientale”.

Nel progetto G-Life, anche il design è un aspetto fondamentale. Può spiegarci come il progetto coniuga il concetto di bellezza a quello di sostenibilità?

“Ritengo che, attualmente, alla base di un progetto debba essere sempre più presente il concetto di forma e performance, al fine di coniugare il segno architettonico con le prestazioni ambientali, per evitare soluzioni formali non più compatibili con la crisi climatica in atto. L’architettura può e deve essere protagonista nella lotta al cambiamento climatico, considerando il peso rilevante che l’edilizia produce a livello di impatto ambientale”. 

Secondo lei, ci sono innovazioni o sviluppi tecnologici in corso che potrebbero ampliare l’uso dei materiali naturali nel settore edile?

L’innovazione e lo sviluppo tecnologico in chiave sostenibile dei materiali naturali ed ecosostenibili fanno parte di un processo avviato e non più rinviabile, nonostante qualche forma di ostruzionismo, tipico nelle fasi di transizione verso nuovi modelli si sviluppo. Maggiore criticità si può individuare nell’applicazione dei principi di sostenibilità nella progettazione, ancora intesa come sommatoria di tecnologie e soluzioni ingegneristiche, piuttosto che come progettazione integrata in chiave green, dove ogni soluzione interagisce per generare un modello costruttivo sostenibile condiviso fra tutti gli attori della filiera edilizia“.

Salvatore Paterno

L’arch. Salvatore Paterno è esperto di fisica delle costruzioni e progettazione di edifici ad alta efficienza energetica secondo protocolli nazionali e internazionali. Dopo una pluriennale esperienza professionale in Alto Adige, ha iniziato un percorso di ricerca progettuale sul territorio pugliese per lo sviluppo di edifici passivi in condizioni climatiche mediterranee assieme a una rete di esperti nazionali ed esteri.
È docente e relatore in convegni, seminari e corsi sui temi della sostenibilità dell’abitare e dei principali sistemi di certificazione energetica e ambientale delle costruzioni e correlatore in tesi di laurea in Ingegneria Edile presso il Politecnico di Bari su argomenti relativi all’efficienza energetica degli edifici.